Trasgressioni e luoghi proibiti
Quando ero studente, ho passato un’estate come portiere in un hotel medievale nelle bucoliche campagne inglesi. Come le vecchie abitudini, i ritmi dell’hotel erano scanditi da orari precisi. Un pomeriggio, nelle ore “morte” tra il pranzo e l’afternoon tea si presenta una giovane coppia. Chiedono di visionare una stanza. Li accompagno in una bella stanza con un letto a baldacchino. Li lascio soli nella stanza e senza fare caso torno giù alla reception. Dopo una decina di minuti, la coppia scende dicendo ‘we’re not sure’, rossi in faccia e frastornati. Con estrema nonchalance escono dall’albergo. Non c’è bisogno di dire che il letto era disfatto.
La massima trasgressione è approfittare delle strettezze di una situazione molto formale, come la coppia in quel contesto di boriosa rispettabilità, o eccita di più qualcosa di decisamente tabù? Una coppia di amici si vanta di aver consumato un rapporto sull’altare di una chiesa, mentre un collega sostiene di aver avuto un rapporto in aereo, assai probabile data la lunghezza del volo.
Basta l’associazione ad un luogo intrinsecamente sexy come la stanza di un hotel esotico (dove passi magari più di 10 minuti) o ci vuole qualche ingrediente in più per stimolarsi? Che ne dite di altre situazioni, come la macchina parcheggiata nella rimessa sotto l’ufficio o meglio ancora, lasciarsi andare su un bel bolide?
Invece, la cena in smoking dove si crea quella diabolica complicità fatta di sguardi e intendimenti, vi fa galoppare il desiderio?
Dite la vostra.
A’ très bientôt.
Georges V